Il sogno rapito

di Edith Bruck

Casa editrice La nave di Teseo

“Presto sarò padre.” Questa la frase che Sara, ancora in dormiveglia, sente pronunciare da suo marito Matteo sulla soglia di casa una mattina. Ciò che ha udito – o sognato? – non sembra verosimile. È un incubo? Il marito, dopo un lungo calvario di scontri e confronti, alla fine confessa: una giovane palestinese di nome Layla è incinta di lui. Per l’ebrea Sara, la cui madre è una sopravvissuta ai campi di sterminio, lo choc è doppio: una sconosciuta darà al marito la figlia che il suo corpo non ha saputo generare e la bambina avrà per metà il sangue di un popolo oppresso e perciò profondamente ostile agli ebrei. Sara, in parte incapace di lasciar andare il marito anche se l’ha fatta soffrire così intensamente, e decidendo di ascoltare la propria voce interiore improntata a un radicale pacifismo, cercherà un dialogo con la giovane palestinese offrendosi di aiutarla ad allevare la bambina nel segno dell’amore universale.

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